INTERVISTA ALLA RESILIENZA

Chi sei?
Sono una caratteristica che è dentro di te. Sono la tua forza interiore. Il tuo coraggio esistenziale. Quel coraggio che ti permette di far fronte agli eventi difficili o avversi della tua vita e, se mi hai trattata bene, a volte di trarne vantaggio per te, ma non solo, anche per chi vive e lavora con te o per la tua organizzazione. Sono quella caratteristica che, hai presente, si manifesta quanto ti dicono che devi essere capace di “trasformare le minacce in opportunità”. Quante volte te lo sei sentito dire nella tua vita? Prova a rifletterci, probabilmente molto spesso. Ecco, allora, quando ci sei riuscito o riuscita, lo hai fatto grazie a me.

Quando sei nata?
Sono sempre esistita, non ho una data di nascita, faccio parte del processo evolutivo degli esseri umani, ma non solo, di tutti gli esseri viventi, anche delle piante. Lo sai, a proposito, che le piante hanno un loro “indice di resilienza” del quale dovresti tener conto quando le metti nel tuo giardino, se vuoi che sopravvivano alle condizioni del luogo in cui si trovano?
Poi, tra gli anni 60 e 70 del 900, alcuni studiosi e ricercatori hanno iniziato a interessarsi a me in maniera più sistematica e scientifica. E nei primi anni 80 un professore di psicologia di origini italiane, emigrato dalla Sicilia negli Stati Uniti con la sua famiglia quando era bambino – Salvatore Maddi è il suo nome – ha deciso di dedicare a me tutta la sua vita e carriera. Così ha fondato all’Università di Irvine in California un istituto – The Hardiness Institute – che da allora si occupa esclusivamente di me e, in decenni di lavoro, ha costruito strumenti diagnostici e protocolli di lavoro per aiutare tutti voi a diventare più resilienti.

Quindi è un po’ il tuo pigmalione?
Sì, certo. Lui poi ha continuato a insegnare a Irvine e ad Harvard (dove è professore emerito di scienze psicologiche) e la sua assistente Deborah Khoshaba ha portato avanti il lavoro diventando la direttrice dell’istituto. Da allora The Hardiness Institute ha lavorato con le forze armate americane e le forze di polizia di diversi dipartimenti (ha contribuito a curare la sindrome da stress post-traumatico di migliaia di reduci e il burnout di diversi operatori del mondo della sanità), ma anche con atleti e atlete, nazionali e olimpici, e con migliaia di manager d’azienda e i loro team. L’obiettivo? Aiutarli ad essere in salute e performanti fronteggiando l’inevitabile logoramento dovuto alla necessità di fornire prestazioni elevate sotto stress continuo. Sono entrata in gioco anche con tante persone che hanno perso il lavoro e che hanno dovuto reinventarsi tutto o quasi.

Interessante, ma quando hai cominciato ad essere conosciuta?
Ti posso dire che ho una “data di notorietà”. Purtroppo, sono uscita dal mondo degli “esperti” ed entrata a far parte del linguaggio comune il 7 luglio del 2005, giorno degli attentati alla metropolitana di Londra, quando l’allora sindaco in carica, Ken Livingstone, disse ai londinesi e al mondo intero “We have to be resilient”: vale a dire, “potrebbe riaccadere, non possiamo escluderlo, ma non per questo dobbiamo rinunciare al nostro modo di vivere e alle nostre abitudini, anzi, dobbiamo ricorrere a tutte le nostre risorse per fare più attenzione, aiutarci e accrescere il nostro livello di sicurezza”. Ti è chiaro ora? Ti dice qualcosa?

Ma spiegami meglio, che cosa fai e a cosa servi?
Sono in un certo senso il tuo “sistema immunitario esistenziale” che incide sulla tua salute, sulle tue performance (in ogni ambito della vita) e sulla tua leadership personale, ma non quella che studi nei corsi, o almeno soltanto in parte. Sono quella che ti permette di mantenere la barra dritta e la testa alta nei momenti difficili, senza ignorarne la portata. Sono un punto di riferimento autorevole per chi ti circonda, sia essa la tua famiglia, il tuo team di lavoro o le tue reti di sostegno, quelle che oggi chiami il tuo “network”. Quello vero, però, quello che conta per te e la tua vita. Incido sulla qualità della tua vita e, se sei fortunato o fortunata, perfino sulla tua longevità, anche professionale.

Dove agisci?
Ricorda bene questa cosa: nessuno sa quanto è veramente resiliente fino a quando non ha bisogno di essere resiliente. È lì che ti accorgi di me e se mi hai allenato. Questo significa che non sono una componente statica della tua esistenza, bensì un processo dinamico che condiziona fortemente il modo in cui affronti gli eventi della tua vita nel suo scorrere quotidiano. Sono quindi un processo permanentemente in funzione, una forma di equilibrio dinamico che sta alla base della creazione delle energie che ti servono per far fronte agli eventi della vita, i piccoli eventi quotidiani che si sommano e che sono il tuo stress cronico, e i grandi eventi che ti cambiano l’esistenza, possibilmente senza farti logorare troppo nell’affrontarli. Questi, come ti dicevo, incidono sul tuo stato di salute psico-fisico, sulle tue prestazioni e sulla solidità della tua leadership personale.

Come avviene?
Sono un processo biologico, sono io che, tramite le reazioni di stress, produco tutte quelle sostanze come il cortisolo, le endorfine, la dopamina, l’adrenalina, la noradrenalina, e tante altre. Soprattutto, cerco di mantenere in equilibrio il loro dosaggio, quello che serve a te. Perché quando questo dosaggio sballa, cambia anche la tua resilienza e lì ti accorgi se mi hai aiutato nel tempo come io aiuto te.
Sono la tua hardiness, cioè la tua “durezza”, non quella d’animo, ovviamente, bensì la tua capacità di resistenza agli eventi della vita senza farti sopraffare da essi.

E perché sei un must-have?
E me lo chiedi? Prova ad affrontare gli eventi della vita senza di me, i momenti difficili e le cose che non vorresti mai che accadessero, o le situazioni del tutto inattese ed eccezionali come quelle che vivi ora, proprio ora, e che richiedono una capacità di adattamento continuo nel migliore dei casi e mai visto prima nei casi eccezionali.
Prova ad affrontare una carriera, una qualsiasi, a vivere una vita dentro un’organizzazione o passare tra organizzazioni diverse e le loro relazioni complesse e i sistemi decisionali senza farti logorare eccessivamente o troppo rapidamente e arrivare solido e in salute alla parte più adulta, matura della tua vita.
Sono un must-have perché sono io che ti aiuto ad affrontare i momenti difficili, impegnativi, le tue sfide, senza farti radere al suolo. Non sono una cosa che si indossa, sono una caratteristica che hai addosso, ma mi devi nutrire e mi devi voler bene.

Quando entri in gioco?
Ogni volta che c’è necessità di adattamento e il tuo organismo deve reagire, entro in gioco io. Tu lo sai che la vita, in ogni suo aspetto, è adattamento continuo, quindi io gioco sempre per te. Sono il tuo sostegno al cambiamento, il sostegno vero, quello che sta dentro di te.
Perché, ricordalo sempre, il cambiamento è ineluttabile, anche quando ci sembra di restare fermi e che tutto sia ok, ricorda che siamo minuscole particelle posate su un sassolino che viaggia nell’universo a 1.670 km/h ogni 24 ore e che gira intorno al sole alla velocità di 107.210 km/h, cioè 29,78 km al secondo, e abbiamo l’illusione di poter controllare e prevedere tutto, di guidare il cambiamento come parrebbe a ciascuno di noi. L’illusione di stabilità e controllo.

E quindi?
Così, quando le cose ti sembra che vadano avanti in maniera tutto sommato lineare, ti accorgi meno di me, ma sono sempre lì con te.
Entro in gioco davvero solo quando cadi e ti rialzi, quando sai che devi andare avanti qualunque cosa accada. Sono quella che ti tende la mano in quei momenti. Anche quando sei stanco.
Uno scrittore che amo, Arturo Pérez-Reverte, ha scritto che “la lucidità è la condizione imprescindibile di ogni vero eroe stanco”: ecco, io ti aiuto a mantenere la lucidità e a fare le tue scelte anche quando sei stanco. Sono il tuo “Ijrashii”, quella sensazione che si prova quando si vede qualcuno in svantaggio superare un ostacolo, l’immensa forza d’animo di chi è fragile e vulnerabile e, ciononostante, raggiunge un traguardo.
Entro in gioco quando è ora di “knowing in our gut”, di conoscere cosa c’è nella nostra pancia. Agisco quando hai paura di essere tagliato fuori dal traguardo, io ti spingo ad arrivarci.

Come sfruttare le tue possibilità e svilupparti?
Mi devi allenare, costantemente, per tutta la vita, come se fossi un “integratore” utile per la tua esistenza e per il tuo equilibrio, seguendo dei protocolli di lavoro semplici ed efficaci, ma stringenti.
Per esempio, devi fare movimento, devi diversificare i tuoi interessi per mantenere plastico il tuo cervello, devi imparare a rilassarti tramite mindfulness o altre tecniche, scegli quella che ti piace di più.
Devi avere sempre obiettivi psicologicamente stimolanti e utili per te, devi imparare sempre qualcosa di nuovo mantenendo viva finché potrai la fiammella dell’apprendimento, devi seguire uno stile nutrizionale corretto e altre azioni previste nei protocolli validati scientificamente in 40 anni e più di lavoro e ricerca. Tutto questo lo trovi sistematizzato presso il The Hardiness Institute, al cui lavoro fanno riferimento, prima o poi, tutti coloro che nel mondo si occupano seriamente di resilienza.
L’hardiness è l’humus su cui si fonda la resilienza. Se non coltivi l’hardiness, la resilienza ne risente. E bada bene: non si tratta di cosa per invincibili o immortali, ma per lottatori. Anche difendere una propria idea o un proprio principio morale può richiedere molta resilienza.

Quali progetti hai per il futuro?
Da un po’ di tempo, con l’avvio dell’economia globale e poi digitale che hanno innovazione, velocità e cambiamento al centro, sono sempre più indispensabile. Non tanto o solo per gestire situazioni negative, ma soprattutto per far fronte a un contesto mutevole, rapido… dove la gestione dell’errore, del non mollare mai, della proattività verso il nuovo e incerto è situazione quotidiana. Solo utilizzandomi i migliori sono tali e prosperano in questo nuovo e incerto habitat. Dove tutto cambia repentinamente, competenze, professionalità, insomma il lavoro che facciamo e sempre più spesso anche dove lo facciamo, con inevitabili periodi di disoccupazione per tanti. Oggi, poi, a fronte di quest’ultimo sconvolgimento epocale, divento come un vero must per tutti.

E quindi?
Quindi, dovete tutti avermi sempre attiva, esercitarmi, sviluppare un continuo training quotidiano di formazione e pratica della mia essenza per voi stessi. E io cresco insieme a voi, delineando insieme sempre nuove modalità per essere capace di supportare questa vostra vita professionale e personale sempre più sfidante e interessante, ma anche, converrai, stressante.
Per questo dovete tutti considerarmi seriamente, ancora troppi non mi conoscono, utilizzano e praticano per nulla. Troppi lo fanno in modo artigianale, senza avere un metodo, senza fare riferimento alla continua evoluzione che chi mi studia e fa ricerca, aiuta persone e aziende a praticarmi al meglio.
Con The European Hardiness Institute abbiamo lavorato con decine di organizzazioni e migliaia di persone al lavoro e fuori dal lavoro, aiutandole a dare tutto di sé nei momenti più difficili, ma anche a gestire al meglio quelli positivi.
C’è una rete europea di persone di alto livello, preparate e in grado di agire sulla resilienza, individuale e organizzativa, prima di tutto per far fronte al troppo dilettantismo con cui spesso vengo trattata, visto che ormai la resilienza è di moda, ma rappresenta un pericolo per chi si affida ad apprendisti stregoni. Ci sono e stanno crescendo persone dentro le aziende che si formano quotidianamente con il metodo corretto e professionale per poter poi diventare autonome nello svilupparmi e ora più che mai sono una caratteristica indispensabile e di base, sono una hard skill, altro che soft.
Insomma, se mi terrete nella dovuta considerazione e mi svilupperete seguendo chi è competente e non dilettante allo sbaraglio ne faremo delle belle. Ricorda infatti che io mi paleso solo quando c’è bisogno, ma in quei momenti oggi sempre più frequenti, devi aver appreso e praticato, devi esserti in precedenza allenato seriamente, altrimenti io non mi attivo o mi attivo nei modi sbagliati e allora sono dolori.


P.S. Ha risposto per la resilienza un champion, un esperto che insegna da anni a tantissimi manager, lavoratori e aziende a essere resilienti. È Carlo Romanelli, il primo trainer certificato già nel 2006 in Italia con la sua società Net Working Srl da The Hardiness Institute. Nel 2018 fonda The European Hardiness Institute, con sede a Bologna.

Link originale dell’articolo qui:
https://www.manageritalia.it/it/management/intervista-alla-resilienza-carlo-romanelli

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