Quando Patrizia si rivolse a me era svuotata da numerose relazioni finite male, nelle quali si era donata indiscriminatamente.
Succedeva spesso che l’uomo di turno, passato un primo tempo di fusione, si allontanasse da lei per apatia.
Questa cosa la mandava fuori di testa e le faceva chiedere cosa ci fosse di sbagliato in lei.
Lavorando sui suoi bisogni e valori attraverso le nostre sessioni e alcuni esercizi introspettivi, ha capito che tendeva a “spalmarsi” sul compagno di turno, omettendo di conservare confini sani.
Perdeva di vista se stessa e le sue abitudini, era condiscendente e non si riservava momenti di solitudine o di uscite da sola con le amiche. In pratica viveva appesa a lui.
Questi uomini ad un certo punto non la “sentivano”, non la “percepivano” come un valore aggiunto nella loro vita, ma come le disse crudelmente l’ultimo compagno “una specie di appendice”.
Finito il nostro lavoro insieme, ha scelto di non frequentare uomini per un po’ di tempo, evitando le app di incontri, lavorando sui suoi bisogni e sulle motivazioni che la spingono ad essere poco “di presenza” quando è coinvolta affettivamente con un uomo.
Da qualche settimana ha iniziato delle routine personali che la appagano e le danno identità e struttura, frequenta amiche e fa piccoli viaggi da sola.
Si sente radicata e serena.
Sta preparando una nuova se stessa in grado di accogliere una relazione di qualità, quando arriverà, e questa volta sarà una presenza in grado di portare valore nella coppia.
Prima di cercare “l’uomo giusto”, attraverso l’amore e la cura di noi stesse, impariamo ad essere per noi la “donna giusta”.
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